Le Storie (Libro XXXI Adrianopoli) by Marcellino Ammiano

Le Storie (Libro XXXI Adrianopoli) by Marcellino Ammiano

autore:Marcellino Ammiano [Ammiano, Marcellino]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: ebook gratuito - vietata la vendita
pubblicato: 2012-04-16T18:06:36+00:00


14. Virtù e difetti di Valente Augusto.

[1] In tal modo morì Valente, alle soglie dei cinquant’anni, dopo aver regnato poco meno di quattordici. [2] Di lui esporremo le buone e le cattive qualità per altro già note a molti: fu fedele e saldo nell’amicizia, severo nel reprimere gli intrighi, rigido nel conservare la disciplina militare e l’ordine pubblico, vigile sempre e sollecito nell’impedire che qualcuno, con il pretesto di essergli parente, s’elevasse troppo. Era eccessivamente lento nel conferire e nel togliere le cariche; giustissimo protettore delle province, ognuna della quale era da lui custodita indenne come se fosse la sua casa, cercava di alleviare l’onere dei tributi con un impegno veramente singolare.

Non permetteva alcun aumento delle tasse, né era esoso nella stima dei debiti arretrati. Era aspro e violento nemico dei magistrati ladri e colti in flagrante peculato.

L’Oriente non ricorda d’essere stato trattato meglio in faccende di questo genere sotto un altro sovrano. [3] Inoltre era moderatamente liberale ed a questo proposito sarà sufficiente ricordare un solo esempio fra i molti che sono stati tramandati. Poiché nelle corti ci sono coloro che aspirano ai beni altrui, se qualcuno avesse chiesto un patrimonio devoluto all’imperatore per mancanza di eredi o qualche altra cosa del genere, egli, distinguendo attentamente la giustizia dall’ingiustizia e rispettando i diritti di chi avesse interesse ad opporsi, lo dava a chi l’avesse chiesto e gli aggiungeva alle volte tre o quattro altri assenti, che partecipassero con lui della fortuna ottenuta, affinché questa gente inquieta si comportasse con maggior ritegno notando che i guadagni, a cui aspiravano, venivano ridotti con questo modo d’agire.

[4] Non parlerò degli edifici che o restaurò in diverse città e fortezze o costruì dalle fondamenta, ma lascio che le opere stesse lo dimostrino. Queste buone qualità ritengo che debbano essere imitate da tutte le persone oneste. Ora passeremo a trattare dei suoi difetti.

[5] Fu intemperante nel desiderare grandi ricchezze; intollerante delle fatiche, s’atteggiava ad austero più di quanto in realtà lo fosse. Era piuttosto incline alla crudeltà; aveva l’animo alquanto rozzo e non era istruito né nell’arte della guerra né negli studi liberali. Volentieri cercava di trarre vantaggi e guadagni dalle altrui sofferenze ed era particolarmente insopportabile quando, interpretando i delitti che venivano commessi come atti di disprezzo o offese alla maestà imperiale, infieriva contro il sangue ed i patrimoni dei ricchi. [6] Era anche insopportabile il fatto che, pur volendo apparire rispettoso delle leggi in tutti i processi e nelle inchieste e sebbene affidasse l’esame delle cause a giudici ordinari in quanto adatti a queste funzioni, non tollerava che alcuna decisione fosse presa contro il suo arbitrio. In altri casi era ingiusto ed iracondo e, senza distinguere il vero dal falso, prestava assai 30

volentieri ascolto agli accusatori, vizio che dev’essere assolutamente evitato anche nei nostri rapporti privati e quotidiani.

[7] Era procrastinatore e pigro. Era di colorito scuro e aveva ostruita la pupilla d’un occhio, ma in modo che da lontano non appariva. Aveva membra proporzionate, la statura né troppo alta, né bassa, le gambe curve ed il ventre alquanto prominente.



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